🎬 Film, simulazioni o la realtà?
Inception, Interstellar e Black Mirror in un giorno?
Everything everywhere all at once ambientato ad Hong Kong?
La cura è la nostra attenzione?
🎼 futuro fortissimo raccoglie
Note 🎵 e Strumenti 🎸 su
Natura, Tecnologia, Uomo
per capire la musica del futuro
esce su Substack il 10, 20, 30 di ogni mese
🏆 ff.117.1 Giornate da Oscar
Ho provato a dare un senso lineare a questa (e la prossima) newsletter. Ma poi ho capito che la linearità Newtoniana è morta da un po’(🍎 ff.64.2 Da Newton a Einstein).
Quindi, tenetevi forte, perché vi porto nelle allucinazioni e nei film mentali a cui ho assistito, in meno di 24 ore. Stimolati dalla “spezia” di Hong Kong e Shenzhen.
Interstellar. Le giornate mi sembravano eterne, come vicino a un buco nero, dovendo continuamente ridefinire concetti come:
libertà di movimento: la mattina una corsa nel verde del The Peak (Hong Kong), la sera nel vuoto di strade dritte, rosse di bandiere e silenziose a Shenzhen (Cina).
libertà di parola: l’ascolto di Cancelleria dei Pinguini Tattici Nucleari guardando Shenzhen, capeggiata da un enorme pinguino (simbolo di Tencent e WeChat, che controllano l’informazione in Cina) e un “grattacielo-stilografica”.
Le biro, grandi cape, cercarono di mantenere
Allo stesso status sociale di prima le matite che però adesso
Intendevano abolire ogni classista distinzione
E ai loro cortei nelle piazze inneggiavano alla rivoluzione[…]
Nel libero stato di Cancelleria restarono solo le biro
Che cantarono e festeggiarono per la vittoriaPinguini Tattici Nucleari, Cancelleria
Inception. La vertigine di spazi che sembrano ripiegarsi su loro stessi.
Black mirror. Serve aggiungere altro?
🍩 ff.117.2 Ciambelle atomiche
Premesse:
Everything everywhere all at once non mi aveva colpito particolarmente.
Non mangio mai bagel. Ma a Shenzhen, in cerca di comfort, ho optato per un brunch come fossi a New York.
Quando la sera stessa, rientrato ad Hong Kong, il mio subconscio ha connesso queste premesse, questi due punti; mi è quasi esploso il cervello.
In un istante, ho rivisto il mio passato (e futuro?): everything everywhere all at once.

La cosa più assurda è che non ero in un film, ma nella realtà. Tra Hong Kong e Shenzhen sembra di vivere nel feed di TikTok: qui l’umanità è compressa in formato .zip, condensata come in ChatGPT.
Una realtà talmente densa di concetti e contrasti da diventare un buco nero, in cui spazio e tempo perdono di senso: dove tutto è ovunque allo stesso tempo, appunto.
🧮 ff.117.3 Simulazioni e algoritmi
Spaesato e in cerca di significati - manco a dirlo - ho aperto un “medium”, YouTube. L’algoritmo mi ha consigliato questa recensione al film:
Nel video altre inattese connessioni col mio passato: DALL-E che tutto può generare (🎼 ff.30 DALL-E: genera arte) e il film Inside di Bo Burnham visto durante il lockdown.
E così ho capito che viviamo in una simulazione, generata da algoritmi che imboccano di connessioni il nostro cervello. Un cervello che si nutre di connessioni (pattern recognition) per dare un senso al caos là fuori.
👨💻 ff.117.4 Liberarci dalla simulazione degli algoritmi?
Ma come possiamo sfuggire a questa simulazione?
Nel video Youtube la possibile cura all’ipermodernismo (virtuale dei social e reale di Hong Kong): prestare attenzione a ciò che accade.
Ma poi mi sono chiesto da dove arrivi questa frase.
E’ tratta da un libro che avevo comprato prima di partire. Quel libro è del 1967 e si chiama - profeticamente - The Medium is the Massage (non connettiamo anche la stimolazione neurale, che non c’è tempo, 🎼 ff.75 Massaggi al cervello).
Questo ulteriore punto ha fatto ricollassare tutto. Nel bagel. Nella simulazione che c’è là fuori (o solo nel nostro cervello?).
Ci torneremo.