🎼 ff.23 Matrimoni privatizzati
Perché sposarsi dovrebbe essere come il tesseramento della palestra (forse).
Ciao a tutti e benvenuti a ff, futuro fortissimo, dove io, Michele Merelli, faccio una sintesi settimanale delle cose più belle, interessanti, fortissime che ho trovato sull’internet.
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👰 Oggi parleremo principalmente di matrimoni:
Quali i trend relazionali dell’ultimo secolo?
Bisogna privatizzare il matrimonio?
I millennials vanno ancora a letto (con un’altra persona)?
Perché Tinder è più ingiusta del Venezuela.
🌬️ ff.23.1 Le relazioni negli ultimi 100 anni
Questa bellissima GIF di Flowing Data riassume in poche immagini tutto quello che abbiamo da dirci oggi.
Riporta la % di persone rispetto all’età che sono single, sposate, divorziate. Ogni linea è la media di un decennio, dal 1900 ad oggi. Le decadi più recenti sono quelle meno trasparenti.
Sempre più persone non sono sposate (almeno fino ai 30 anni) o divorziano (intorno ai 50 anni). In sostanza, relazioni più corte e meno stabili.
Al contempo, l’accettazione della poligamia sembra in crescita. Negli ultimi 20 anni, si è passati da un 7% a circa il 20.
In questo contesto di relazioni corte e sempre più “flessibili”, forse serve discutere più nel dettaglio di matrimonio.
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ff.
23.2 Matrimonio privatizzato?
Nonostante il 50% dei matrimoni finisca in divorzio (almeno negli Stati Uniti), molte persone credono che il proprio matrimonio possa fallire solo con una percentuale dell’1%.
La poca chiarezza dei voti pre-nunziali (gli accordi privati stipulati) e la rigida legislazione rispetto alle diverse problematiche che possono sorgere in un matrimonio caratterizzano questi trend.
In Nudge: improving decisions about health, wealth and happiness, gli autori sostengono che privatizzare il matrimonio migliorerebbe la situazione. Sposarsi dovrebbe essere un’esperienza simile a quando ci si iscrive a un’associazione sportiva, politica o di volontariato.
People stay tied to their friends, their churches, their coauthors, and their employers for a long time. And even without a government licensing scheme or legal sanction, people take their private commitments seriously. Members of religious organizations, homeowners’ associations, and country clubs all feel bound, sometimes quite strongly, by the structures and rules of such organizations. Recall that if some kind of commitment is desirable, nothing in our proposal prevents people from making commitments through the civil union form or purely through private institutions.
With respect to marriage, there are powerful arguments for privatization—for allowing private institutions, religious and otherwise, to do as they wish, subject to default rules and criminal prohibitions. We have argued that states should abolish “marriage” as such and rely on civil unions instead. If religious institutions want to restrict “marriage” to heterosexual couples, they should certainly be permitted to do exactly that. If such institutions want to limit divorce (that is, ending a “marriage”), they could do that too. The beauty of this proposal is that it would allow a wide range of experiments—increasing freedom for individuals and religious organizations alike while at the same time reducing the unnecessary and sometimes ugly intensity of current public debates.
Nudge: Improving Decision About Wealth, Health, Happiness (pag. 265-269)
D’altronde, siamo talmente abituati ad avere newsfeed di social e raccomandazioni su Netflix talmente personalizzate che la rigidezza di certi riti tradizionali può starci molto stretta.
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ff.
23.3 Non si s***a più
Il 27% della popolazione sotto i 30 è vergine. Questo, sembrerebbe il dato proveniente da uno studio di General Social Survey (via The Washington Post). Sempre seguendo questo sondaggio, una persona su tre non ha fatto sesso nell’ultimo anno (nel 2018). Con il COVID, la situazione difficilmente è migliorata.
Una pubblicazione un po’ più scientifica mostra i seguenti trend sulla frequenza dell’attività sessuale tra persone 18-44 anni. Ogni colonna è la media su due anni dal 200 al 2018.
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ff.
23.4 La “parete” di Tinder
Tinder dovrebbe essere la soluzione al problema della reclusione in casa. Il problema? Ha un indice di Gini (che misura le disuguaglianze, tradizionalmente di reddito) peggiore del Venezuela.
Il blog Medium Worst-Online-Dater (il nome è un programma) affronta il tema dei like di Tinder in modo molto matematico e dettagliato.
In teoria, all’aumentare della “attrattività” la probabilità di cuccare su Tinder dovrebbe crescere conseguentemente. Beh, non è così. Soprattutto per i maschi.
l’85% dei like vanno all’1% dei maschi alpha, in termini estetici (qui sotto il dato Hinge, una piattaforma simile a Tinder).
Questa è una versione estrema della legge di Pareto. Gli algoritmi di Tinder non sembrano quindi favorire molto la creazione di coppie stabili, fornendo a chi ha like, ancora più like, e per chi non li ha, ancora più frustrazione.
Bello impossibile. Se siete con una bellezza nella media, la probabilità di ricevere like scende all’1%. In bocca al lupo con gli swipe!
👋 E con questo è tutto per questa fortissima settimana!
🔜 Nel prossimo ff parleremo di criptovalute e guerra!
A presto, Michele
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Bell'articolo come sempre! Per quanto riguarda Tinder...allora gli Incel hanno ragione ahah