🎼 ff.17 Sport (e chi ne fa le feci)
I dati di Strava e del WC per raggiungere il prossimo record mondiale
Ciao a tutti e benvenuti a ff, futuro fortissimo, dove io, Michele Merelli, faccio una sintesi settimanale delle cose più belle, interessanti, fortissime che ho trovato sull’internet.
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💩 Oggi parleremo principalmente di sport, di dati, di escrementi e risponderemo:
Urina e feci possono dirci se batteremo il record del mondo?
Siamo una specie di camminatori?
Ci alleniamo di più vedendo le attività dei nostri amici su Strava?
🇳🇴 ff.17.1 La Norvegia è maniacale
Permettetemi di introdurre un mostro: Kristian Blummenfelt. 27 anni, norvegese, campione olimpico di triathlon.
Dopo pochi mesi da Pechino, ha fatto un Ironman (praticamente la distanza di 4x triathlon olimpici) in 7 ore e 21 minuti. Ha distrutto il precedente record, in condizioni del tutto non favorevoli: pioveva, c’era vento e, manco a dirlo, si è fermato in bagno durante la maratona, chiusa comunque in 2 ore e 35 minuti.
Il New York Times ha dedicato alla sua preparazione un dettagliato articolo. Prima di vederlo insieme, lasciatemi introdurre un’altra persona: l’ingegnere Olav Aleksander Bu.
Ingegneria sportiva. Salito a bordo del team olimpico norvegese alle olimpiadi del 2016, proprio a Rio si accorse che, aldilà dell’aerodinamica e dei materiali performanti, lo stato del know-how sportivo era stagnante.
Da questa consapevolezza, ha iniziato una diligente ricerca e correla in modo maniacale le risposte fisiologiche con le performance dei suoi atleti. Alcuni esempi?
Ha scoperto che Blummenfelt era talmente forte mentalmente che finiva le riserve di gligoceno troppo velocemente. Così, misurando il lattato nel sangue, ha trovato un ritmo più corretto all’atleta, per allenarsi più a lungo e con consistenza.
Ha collaborato con un’azienda in grado di misurare la dissipazione di calore, per capire quanta energia veniva “sprecata” nella termorelogazione.
Ha fatto bere una bottiglia da 2.000 dollari con isotopi di ossigeno, per capire, dalle urine, l’efficienza nel consumo di ossigeno.
Ha studiato le sue feci (no, non durante la maratona) per capire il metabolismo dei carboidrati.
🏃 ff.17.2 Il report del 2021 di Strava
Ogni anno, con Spotify Wrapped e simili riassunti, anche Strava fa un recap delle attività caricate. Lo trovate qui.
Alcuni dati significativi:
Non solo l’inizio della pandemia: anche nel 2021 c’è stata una forte crescita del numero di attività, il 38% in più rispetto al 2020. Abbiamo continuato ad allenarci, insomma.
Chi ha iniziato a correre nel 2020, ha registrato nel 2021 miglioramenti su tutte le lunghezze
Le camminate sono state l’attività con più crescita rispetto al 2020 (3x), forse anche per via dei boomer che sembrano registrare anche l’attività dell’andare a prendere il pane (si scherza).
🕸️ ff.17.3 Social network positivi?
Dato che stiamo parlando di dati e sport, mi è venuto in mente un bellissimo libro di Sinan Aral, professore all’MIT di Management, Marketing, IT e Data Science.
Nella sua analisi sui social networks, su cui spero di tornare in futuro (fortissimo!), si sofferma anche su Strava, che ha la corona dei social nell’ambito sportivo.
Già dal 2018 il team di Strava ha notato che i giri in bici in compagnia sono 50% più lunghi. Le corse il 20%, se affiancati da qualcuno, anche se non tutte le tipologie di runners preferiscono correre insieme a gente.
Sinan si è posto di capire di più di di questo effetto sociale: possiamo essere influenzati anche a distanza dall’attività sportiva di amici?
Causa o effetto? Studi di questo tipo sono delicati. E’ difficile trovare una baseline, un “controllo” rispetto alle ipotesi, perché ogni aspetto sociale può essere causa ed effetto allo stesso tempo. Mi spiego. Posso correre di più perché vedo altri correre, o posso vedere correre più persone semplicemente perché è più probabile che i miei amici corrano (perché in qualche modo li ho “selezionati”).
Meteopatici a distanza. Serve un fattore randomico che alteri la baseline. Nel libro si riporta di uno studio aiutato dal meteo, perturbazione casuale. Partendo dall’osservazione delle attività di un corridore in Arizona (dove c’è sempre sole, quindi in teoria la frequenza di attività sportiva dovrebbe essere costante), lo studio ha rilevato che questo correva meno nei giorni di pioggia nella Grande Mela, se aveva come amico su Strava un New Yorkese.
Altre osservazioni, di questo studio assistito dal meteo portato avanti da Aral:
Vedere un amico che corre 1km in più sull’app, ci spinge a fare almeno 750 metri in più del nostro normale.
Vedere un amico che corre 10 minuti aggiuntivi rispetto al nostro standard, ci spinge a correre in media 3 minuti in più.
Ok, ora esco a correre. Anche se piove.
👋 E con questo è tutto per questa fortissima settimana!
🔜 Nel prossimo ff parleremo di Intelligenza Artificiale artistica!
A presto, Michele
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