Ciao a tutti e benvenuti a ff, futuro fortissimo, dove io, Michele Merelli, faccio una sintesi settimanale delle cose più belle, interessanti, fortissime che ho trovato sull’internet.
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♾️ Oggi parleremo principalmente di singolarità:
L’Intelligenza Artificiale ci sostituirà?
Come potremo integrare la nostra mente ad essa?
Siamo già dei cyborg con il cellulare sempre in mano?
🐒 ff.36.1 Esempi di superintelligenza?
Tra DALL-E, suggerimenti algoritmici, Alexa, Roomba e Neuralink, l’Intelligenza Artificiale è sempre più evoluta e pervasiva. E così cresce la preoccupazione sugli effetti che queste tecnologie possano avere sulla società, sull’economia, sulla psicologia umana e, soprattutto, sul nostro futuro fortissimo.
Leggere i pensieri. Neuralink, una delle tante fatiche di Musk, usa elettrodi impiantati nel cervello di una scimmia per farla giocare a Pong.
🦉 ff.36.2 Il super-librozzo sulla singolarità
Un libro da cui partirei per parlare del tema è Superintelligence di Nick Bostrom.
Svedese, professore di Filosofia a Oxford e co-fondatore del Future of Humanity Institute, Bostrom tratta del tema della singolarità, ossia del raggiungimento di un’intelligenza artificiale superiore a quella umana e su cui l’uomo non ha più controllo.
L’autore si chiede dapprima come ci arriveremo, se simulando il cervello o simulando l’evoluzione delle reti neurali (dal primo neurone mai esistito fino all’assembly che troviamo nelle nostre teste). Oppure, la superintelligenza potrebbe sorgere da network di individui e aziende (Apple è cosciente?) o da modifiche genetiche del nostro cervello (l’ipotesi meno probabile).
Gli innocenti saremo noi? Poi, parla di strategie di contenimento dell’AI (scollegandola a internet, ad esempio, o limitandone fortemente risorse/velocità di calcolo). Contenere una superintelligenza potrebbe essere più difficile del previsto (come con Hopkins in Il silenzio degli innocenti). D’altronde, se è una superintelligenza, per definizione avrebbe strategie di fuga e forza di persuasione a noi inimmaginabili.
Infine, Bostrom si interroga sui valori universali e morali da instillare ad essa. Quale obbiettivo finale dovremmo darle? E come evitiamo che lo interpreti in modo sconclusionato, trasformandoci in paperclips?
La singolarità è già qui:
Alcune centinaia di migliaia di anni fa, nella preistoria umana (o ominide), la crescita era così lenta che ci voleva circa un milione di anni perché la capacità produttiva umana aumentasse sufficientemente per sostenere un ulteriore milione di individui. Nel 5000 aC, in seguito alla Rivoluzione agricola, il tasso di crescita era aumentato al punto che la stessa quantità di crescita richiedeva solo due secoli. Oggi, dopo la rivoluzione industriale, l'economia mondiale cresce in media di quella cifra ogni novanta minuti.
Nick Bolstrom
La singolarità in CO2:
🗣️ ff.36.3 Una bella chiaccherata
Lex Fridman ha sempre ospiti interessanti. Stargli dietro è molto difficile: fa un paio di podcast a settimana, di 2-3 ore.
In questo episodio parla con Ray Kurzweil, futurista e inventore di varie tecnologie di speech ricognition. Il suo prossimo libro, The Singularity is Nearer, aggiorna le sue previsioni sull’intelligenza artificiale.
Altro che Maya, segnatevi il 2029. Questa la data di raggiungimento della singolarità, denotata dal momento in cui un essere umano non saprà distinguere risposte date dall’IA rispetto a quelle di un Sapiens (superando il test di Turing). Suggerisco anche il film Ex Machina su questo tema.
🤖 ff.36.4 Siamo già mischiati con l’AI?
La prossima volta che siete alla scrivania per lavorare, mettete il cellulare nel cassetto della scrivania. Nel giro di 5-15 minuti avrete uno scatto istintivo verso di esso con la mano. Non sarà però al solito posto. Vi sentirete per un istante mutilati. Questo è perlomento quello che è accaduto a me.
C17 o C18? Ormai, è innegabile, il cellulare è una nostra estensione. Ci dà accesso a notizie, alla musica del momento, alla navigazione in città, a quotazioni di borsa, a intere enciclopedie. Siamo aumentati. Siamo Super Sapiens. Siamo cyborg.
Anche senza elettrodi impiantati nel cervello, questa connessione sta cambiando la nostra fisiologia. Da poco più di 10 anni il nostro cervello deve gestire nuovissimi (e altissimi) livelli di cortisolo, di dopamina, di serotonina (ecc…).
Smartphone e social continuano a triggerare:
L’ansia di sapere l’ultima notizia
Il desiderio di ricevere approvazione
La ricerca di conferme sociali
Sul The Atlantic Jean M. Twenge, professoressa di Psicologia all’Università di San Diego, sostiene che gli smartphone abbiano distrutto una generazione, la iGen.
La pubblicazione scientifica e le osservazioni:
I teenager che spendono più di tre ore al cellulare mostrano il 35% di rischio in più di suicidio.
Più male a se stessi che agli altri, nell’isolamento da social. Nel 2011 (per la prima volta in 24 anni) il tasso di suicidio era più alto del tasso di omicidio, tra i teenagers.
Un problema al femminile. I sintomi di depressione sono aumentati del 21% per i maschi, mentre per le donne siamo a un aumento del 50% tra il 2012 e il 2015.
Qui sotto alcune correlazioni (e non connessioni causali provate) tra data di rilascio dell’iPhone e fenomeni sociali di interesse (immagine da Have Smartphones Destroyed a Generation?).
Insomma, ci serve sempre di più LookUp, la startup creata da un caro amico che ci premia quando alziamo lo sguardo dal cellulare.
Lettura extra (paper Nature): Gli effetti dello smartphone sulla vista, l’attività neurale e le nostre abilità di comprensione.
👋 E con questo è tutto per questa fortissima settimana!
🔜 Nel prossimo ff parleremo di robotica (Tesla e NVIDIA)!
A presto, Michele
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Sempre molto interessanti, grazie
Super!